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Ceglie Messapica, al via i laboratori di “Scrivere a Ceglie”

Ceglie Messapica, al via i laboratori di “Scrivere a Ceglie”

Prende il via il prossimo giovedì 21 luglio “Scrivere a Ceglie Messapica. L’avventura della parola e della conoscenza”, un percorso di laboratori di scrittura in programma a Ceglie Messapica nel chiostro di San Domenico. L’iniziativa, organizzata dalla società di pedagogia e didattica della scrittura Graphein con il sostegno del Comune di Ceglie Messapica, è coordinata dal prof. Cosimo Laneve, già preside della Facoltà di Scienze della Formazione e docente di Didattica Generale all’Università di Bari. La partecipazione è gratuita previ iscrizione sul sito www.scrivereaceglie.org e tesseramento annuale all’associazione Graphein (€ 50,00). Il tesseramento è gratuito per gli under 25. Info 339 20 68 723 e 333 85 78 631. Primo appuntamento giovedì 21 e venerdì 22 luglio alle ore 18.30 con la prof.ssa Emanuela Mancino, docente di Filosofia dell’Educazione e Pedagogia della comunicazione all’Università degli Studi di Milano Bicocca, dove ha anche ideato e diretto il corso di perfezionamento in Scienze, Metodi e Poetiche della Narrazione. Ha ideato il laboratorio di Filosofia e Pedagogia del cinema e il gruppo di ricerca Trame educative, è tra i fondatori dell’Accademia del Silenzio. Fa parte del Comitato culturale della Casa della Cultura di Milano e del gruppo di ricerca Siped.
Il laboratorio di scrittura è un “luogo di lavoro artigianale sulla lingua”. Le parole è difficile afferrarle, tuttavia quelle scritte rimangono impresse, per questo la scrittura è una forma di conservazione di pensieri, memorie, percezioni e sensazioni. Il bisogno di comunicare i propri pensieri, di scambiare opinioni, di essere ascoltati, di condividere le proprie esperienze è fondamentale e scrivere, o meglio lasciar scritto quello che si pensa o si sente, garantisce una specie di immortalità. Scriviamo perché abbiamo bisogno di farlo, per noi stessi, ma scriviamo pensando a qualcun altro che leggerà quello che abbiamo scritto. “Scrivere a Ceglie” è un luogo nel quale sperimentare la scrittura, una sorta di percorso che dall’idea conduce alla parola scritta, un luogo ideale per superare il timore di non essere capaci e per attraversare il desiderio di lasciare una traccia.
«Agi Mishol – ha spiegato la prof.ssa Emanuela Mancino -, una delle più importanti e popolari poetesse israeliane contemporanee, dice che la scrittura è la più tortuosa delle vie per ricevere amore. Vivere per lei è salire e scendere per le scale minori dell’infanzia con l’interno di fuori e un microfono attaccato alla tempia. L’amore è qualcosa che cerchiamo nelle parole. Ma la scrittura è anche un modo per custodire la propria solitudine, per metterla in dialogo con la realtà e rappresentarla nel modo più vero e fedele. In fondo cosa sono le parole se non frammenti di verità che raccogliamo sul fondo della nostra anima o della nostra esperienza. Nelle giornate di giovedì e venerdì proverò a isolare in ciascuno dei partecipanti la capacità di riflettere sulle emozioni già vissute e di fare attenzione all’attenzione. Purtroppo non siamo educati a fare attenzione, a osservare le cose in profondità, a meditare su alcuni pezzi della realtà che è facile dare per scontati. La scrittura fa esattamente questo, cattura pensieri e immagini, emozioni e sentimenti, ma alla base di tutto ci vuole attenzione, riflettere sulle cose senza lasciarle andare. In questo modo sarà più semplice fare della scrittura e del proprio pensiero una forma di attenzione. Imparare a scrivere permette di imparare e di conoscere in generale, perché ogni parola, attraverso il suo significato e la sua collocazione, ha sempre una storia e una trasformazione da raccontare».
La doppia giornata di laboratorio ha dunque l’obiettivo di offrire ai partecipanti gli strumenti per potenziare e corredare la scrittura come modalità di espressione. In fondo, tutti siamo potenziali scrittori al di là delle differenze di linguaggio, di coesione, di lessico e di sintassi. «Proprio così – ha continuato la docente -, io credo che la scrittura esprima un senso naturale di comunicazione. Occorre soltanto liberarsi del retaggio, che purtroppo ci portiamo dal periodo scolastico, della scrittura come strumento di giudizio e valutazione e dobbiamo farne sempre di più e sempre meglio uno strumento di espressione di sé. Ma oltre all’attenzione è importante anche la tecnica. Non basta cogliere un’idea o un pensiero, molte volte anche un ricordo, occorre rappresentarli con efficacia perché la scrittura è un modo per raccontare se stessi agli altri, per rischiarare gli angoli d’ombra. Una volta Oscar Wilde disse: “Oggi ho impiegato tutta la mattinata a mettere una virgola e tutto il pomeriggio a toglierla”. Bisogna mettersi in ascolto e in ricezione dei propri pensieri ma anche ascoltare le proprie parole. Sarebbe un errore accoglierle tutte, occorre piuttosto selezionarle fino a far diventare la scrittura un elemento di bellezza. La scrittura è uno strumento di cura e di gentilezza, per questo deve essere bella. Certo, le sirene della moda e dell’abuso di parole certe sono sempre in agguato, anche in questo campo: per questo consiglio di raccogliere parole sentite e fedeli a noi, senza concedere nulla a forme complesse, in modo che la scrittura ci rappresenti in modo autentico».
Ufficio stampa “Scrivere a Ceglie Messapica – L’avventura della parola e della conoscenza” www.scrivereaceglie.org

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