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Cancro al seno, Brindisi, Fials ‘accende’ di rosa Palazzo Nervegna, Marrazzi: “Lo screening al primo posto”

Cancro al seno, Brindisi, Fials ‘accende’ di rosa Palazzo Nervegna, Marrazzi: “Lo screening al primo posto”

Domenica 16 ottobre, la facciata di Palazzo Nervegna – su richiesta della Fials e dietro gentile concessione del Comune di Brindisi – sarà illuminata con luce di colore rosa. “Un segno tangibile – afferma Elena Marrazzi, segretaria nazionale Fials – con cui desideriamo sensibilizzare la cittadinanza e le donne in particolare sul tema della lotta al cancro al seno. L’Ottobre Rosa è, infatti, l’occasione per richiamare l’attenzione sull’importanza della prevenzione per il tumore al seno e, in generale, per la salute della donna. Come Fials sosteniamo la necessità, oggi più che mai, di continuare a fare informazione e di sensibilizzare le donne, sia per promuovere stili di vita più salutari, sia per ricordare l’importanza di aderire allo screening della mammella. Sosteniamo, dunque, con convinzione questa iniziativa e ringraziamo tutti coloro i quali singolarmente, come volontari e come associazioni si adoperano per portare avanti questo obiettivo. E poi la richiesta alla Regione: “Sarebbe opportuno – dice la Marrazzi – che si riducesse l’età di ‘ingresso’ per effettuare lo screening per rendere più efficace la prevenzione ed ottenere una risposta migliore dalle terapie”.
Lo screening per il cancro del seno, secondo le indicazioni del ministero della Salute italiano, si rivolge alle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni e prevede l’esecuzione gratuita della mammografia ogni due anni. In alcune Regioni italiane si sta sperimentando l’efficacia di programmi di screening invece che coinvolgano una fascia di età più ampia, in particolare le donne tra i 45 e i 49 anni, invitate a sottoporsi alla mammografia ogni anno, e quelle fino ai 74 anni con cadenza ogni due anni.
Il mio proposito è di non sottovalutare il pericolo, negli anni si è capito inoltre che l’età non è tutto. Il concetto di screening mammografico guidato dall’età non basta, bisogna tener conto della variabilità tra le donne nel rischio di sviluppare il cancro al seno. Un approccio maggiormente personalizzato allo screening potrebbe aiutare invece a mettere a punto programmi di screening più o meno “serrati” in base al rischio individuale, al fine di ridurre la mortalità. “Rivolgo un appello alle donne, sempre in affanno nei mille ruoli che le contraddistinguono – conclude Elena Marrazzi -: la salute è un dono, amiamoci di più”.

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