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Tentano di sfuggire alla polizia e dopo un inseguimento finiscono in un canale. Arrestati due giovani

Tentano di sfuggire alla polizia e dopo un inseguimento finiscono in un canale. Arrestati due giovani

Una pattuglia delle Volanti, impegnata in servizi di controllo del territorio lungo il litorale a nord della città, ha arrestato L.G. (classe 1989) e D.G. (classe 1990) resisi responsabili del reato di resistenza aggravata a P.U.
In particolare, i poliziotti avevano notato una a bordo della quale viaggiavano i due giovani e, insospettiti dall’atteggiamento assunto, avevano deciso di procedere ad un controllo. Subito dopo aver intimato l’ALT POLIZIA, l’auto accelerava la sua corsa da cui ne nasceva un lungo e rocambolesco inseguimento.
Nessun effetto sortivano le ulteriori e numerose intimazioni a fermarsi durante la folle corsa dipanatasi dapprima lungo la SS16 – caratterizzata da un notevole flusso di veicoli messi in pericolo dalle manovre spericolate del conducente che zigzagando e compiendo repentine e improvvise frenate e sterzate ostacolava la corsa della Volante – e poi lungo un gran numero di strade interpoderali.
Durante il lungo inseguimento nelle campagne comprese tra la SS16 e la contrada Vaccaro i poliziotti, resisi conto che quanto fatto sino a quel momento non aveva sortito alcun effetto, esplodevano alcuni colpi di pistola nella speranza che i due giovani interrompessero la loro corsa.
Anche questo tentativo risultava vano.
La fuga dei due giovani aveva termine quando, percorrendo a fortissima velocità una stradina sterrata del Canale Reale, il conducente della C1 tentava una disperata manovra di svolta non riuscita tanto da provocare la perdita del controllo della vettura che finiva nel canale profondo circa tre metri e completamente privo d’acqua. Non altrettanto accadeva alla Volante della Polizia che, nonostante seguisse da vicino l’auto in fuga, riusciva ad interrompere la sua corsa permettendo ai poliziotti di scendere dalla macchina di servizio e di arrestare i due giovani rimasti illesi.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi, L.G. è stato condotto presso la Casa Circondariale di Brindisi, mentre D.G. è stato accompagnato presso la sua abitazione in regime degli arresti domiciliari (foto di repertorio).

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